
Corruzione tra Privati: Guida alla Disciplina e alla Giurisprudenza
La corruzione tra privati, disciplinata dall’articolo 2635 del Codice Civile, rappresenta una delle fattispecie penali più rilevanti nel contesto dell’attività economica privata. Questo reato si configura quando soggetti qualificati all’interno di una società ricevono, sollecitano o accettano, per sé o per altri, denaro o altra utilità al fine di compiere o omettere atti contrari ai doveri di ufficio o agli obblighi di fedeltà societaria. Allo stesso modo, è punito chi offre, promette o dà tali utilità.
Elementi costitutivi della corruzione tra privati
- Soggetti attivi qualificati: amministratori, direttori generali, sindaci, liquidatori, responsabili della revisione contabile.
- Condotta attiva e passiva:
- Sollecitazione, ricezione, accettazione di promessa (lato passivo);
- Offerta, promessa, consegna di denaro o altra utilità (lato attivo).
- Finalità: violazione degli obblighi di ufficio o degli obblighi di fedeltà societaria.
- Bene giuridico tutelato: integrità e correttezza dell’attività economica, oltre alla tutela degli interessi patrimoniali della società.
Evoluzione normativa e giurisprudenziale
La disciplina della corruzione tra privati ha subito importanti evoluzioni, specialmente con il D.Lgs. n. 38/2017, che ha rimosso il requisito del nocumento alla società, trasformando il reato in reato di pericolo concreto. La giurisprudenza ha adeguato le proprie interpretazioni alla nuova formulazione.
Nozione di utilità
La utilità oggetto della corruzione non è limitata a vantaggi economici, ma include anche vantaggi non patrimoniali, come favoritismi professionali o benefici relazionali.
Concorso e responsabilità condivisa
La corruzione tra privati è un reato a concorso necessario, il che implica la rilevanza penale di entrambe le condotte: quella di chi dà e quella di chi riceve o accetta la promessa dell’utilità.
Rapporti con altri reati e responsabilità dell'ente
- Concorso con infedeltà patrimoniale (art. 2634 c.c.): possibile cumulo quando l’azione corruttiva danneggia il patrimonio societario.
- Responsabilità degli enti (D.Lgs. 231/2001): la corruzione tra privati può fondare la responsabilità amministrativa dell’ente, specie se realizzata nell’interesse o a vantaggio della società.
Conclusione
La corruzione tra privati rappresenta un reato in espansione, che richiede un’attenta lettura normativa e un aggiornamento costante alla luce della giurisprudenza più recente. È fondamentale che le imprese adottino modelli organizzativi adeguati per prevenire queste condotte e ridurre i rischi legali, anche in ottica di compliance 231.
Per consulenze o assistenza legale in materia di corruzione tra privati, lo studio è a disposizione per valutare il singolo caso con competenza e riservatezza.